Claudia Laureata in Materie Letterarie, presso l’Università di Perugia. Dopo la prematura scomparsa della madre, lascia l’amata Toscana e .- all’età di 23 anni - si trasferisce a Milano per seguire il marito.
Madre di tre figli, rinuncia – dopo alcuni anni - all’insegnamento per seguirne l’educazione. E’ persona gentile, educata, pacata che sa mantenere un buon rapporto con tutti.
Da poco la sua “meravigliosa” famiglia si è arricchita di due stupendi bimbi.
Per oltre dieci anni ha seguito con interesse l’Università, della Terza Età.
... ... ... , quando hai scoperto la malattia?
Nell’estate del 2006, dopo un trattamento per insonnia, avvertì rigidità alla gamba destra, leggero tremore alla mano dalla stessa parte e diffusa difficoltà nei movimenti.
La diagnosi fu “sindrome extra-piramidale, da trattare con miorilassanti”. Per circa due anni ebbi alternanza dei disturbi, finché una neurologa diagnosticò con certezza la MdP.
Quella sera, in casa, piangemmo tutti.
Dopo un primo momento di rifiuto e demoralizzazione accettai la malattia e le relative cure.
Quale è stata l’evoluzione della malattia?
A distanza di un decennio non soffro di particolari problemi motori. Riesco ad essere autosufficiente e conduco una vita pressoché normale.
Mi sono resa conto che questa patologia, pur evolvendo lentamente, non presenta solo sintomi motori, ma anche disturbi neurovegetativi, come problemi del sono, dolori alle articolazioni, eccessiva sudorazione, variazione nell’umore, diffusa rigidità, ed altro ancora.
E il tuo rapporto col “compagno P” ... ?
Considero il P. uno scomodo compagno di viaggio, che sarà sempre al mio fianco, ma continuerò a contrastarlo e a far sì che non sconvolga la mia vita e quella dei miei cari.
Oggi, a 68 anni, coltivo i miei interessi di sempre: lettura, musica, ballo, arte, nuove tecnologie.
Da due anni sono iscritta ad APM e seguo assiduamente e con entusiasmo le iniziative che mi propongono e che mi permettono di socializzare, di tenermi in forma e di essere costantemente informata sulle ultime scoperte della ricerca.
Ringrazio la mia famiglia e gli amici, che mi sono sempre vicini, mi incoraggiano e mi distolgono dal pensare alla malattia.
La mia frase preferita è: “domani è un altro giorno! Si vedrà … …”