La diagnosi della malattia di Parkinson idiopatica (cioè senza una causa precisa) è tuttora puramente clinica. Poco si sa sulle cause della malattia, per cui è impossibile mettere a punto un trattamento capace di curare il male portandolo alla guarigione.
Non esistono esami di laboratorio o procedure diagnostiche per immagini che permettano di confermare o escludere con sicurezza la diagnosi. Si fa ricorso ad esami onerosi quali TAC, RMN, PET o SPECT (DatScan) solo in casi eccezionali o se la diagnosi è incerta. La diagnosi clinica, nella maggior parte dei casi, si basa su una accurata visita neurologica.
Una guida empirica per diagnosticare il Parkinson, con dieci anni d’anticipo, pone l’attenzione su 10 sintomi premonitori per segnalano la presenza della malattia in fase iniziale.
Per diagnosticare la malattia di Parkinson è necessario che il paziente presenti almeno due dei quattro sintomi cardinali:
- tremore a riposo; solo la metà dei pazienti trema
- rigidità muscolare (distonia), con crampi al mattino
- impaccio, lentezza nei movimenti riduzione del movimento di accompagnamento delle braccia: bradicinesia (ossia “tempo di reazione”, inteso come intervallo tra la programmazione del movimento e la sua esecuzione più lungo dei soggetti normali) oppure acinesia (povertà nei movimenti)
- instabilità posturale (difficoltà a stare in piedi). Il paziente marcia a piccoli passi, striscia i piedi e tende a camminare con il tronco piegato in avanti. Uno di questi dovrebbe sempre essere la bradicinesia.
Tali disturbi si presentano, di solito, in un lato del corpo rimanendo omolaterali per molti anni.
Contemporaneamente, oppure con il passare del tempo, nella fase avanzata della malattia, si possono manifestare altri sintomi, di carattere non motori:
- stitichezza (stipsi)
- immobilità statuaria del viso, riduzione dell’espressività facciale (facies figee) (ipomimia)
- controllo dell’equilibrio che può provocare cadute (instabilità postuale)
- disturbi gastrointestinali
- eccesso di secrezione sudorale e sebacea, pelle untuosa particolarmente della fronte (seborrea)
- ridotta sensibilità olfattiva (iposmia)
- disturbi cardiocircolatori
- problemi psichici (depressioni e umore depresso). La depressione è una patologia dell’umore caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi
- disturbi ideativi, ossia convinzioni irrazionali (temere che qualcuno ci stia spiando) o deliri di persecuzione, di gelosia
- riduzione della sessualità
- difficoltà di concentrazione e memoria, lentezza nell’elaborazione del pensiero (bradifrenia)
- modificazione della calligrafia; scrivere in caratteri molto piccoli (micrografia)
- timbro e tono della voce eccessivamente bassi parole “biascicate” (ipofonia)