Lucia è persona mite, sempre disponibile per un aiuto, apparentemente timida, che ha saputo superare momenti difficili con estrema determinazione. Lucia è nata e vissuta nei campi, abitando una cascina della Pianura Padana, all’interno di una famiglia di sei figli. In gioventù governava cavalli che trainavano la macchina voltafieno o sedeva alla guida del trattore agricolo (ancora oggi è orgogliosa della sua patente di guida!). La perdita della mamma, a soli 16 anni, ha cambiato la sua vita, dovendosi dedicare alla crescita del fratellini, il più piccolo di cinque anni. La situazione familiare non le ha tuttavia impedito di completare gli studi Magistrali, di conseguire il Diploma di Dirigente di Comunità e di insegnare per 40 anni come Maestra della Scuola per l’Infanzia seguendo i bimbi dai 3 ai 6 anni. E’ stata Rappresentante Sindacale nell’ambito della scuola. Felicemente sposata è madre di due figlie di 35 e 37 anni.
... ... ... , quando hai scoperto la malattia?
Mia cognata, medico, ha notato in me alcuni atteggiamenti sospetti e, nel 2011, mi ha indirizzato dal Neurologo, il quale – dopo alcuni accertamenti – ha diagnosticato la MdP.
Quale è stata l’evoluzione della malattia?
Con diagnosi da un quinquennio, sono ancora in “luna di miele” con il Parkinson. Ravviso tremore agli arti, in particolare nei momenti di stress o di particolare emozione. Sono autosufficiente anche perché ho ideato qualche ingegnoso espediente: la difficoltà nell’usare lo spazzolino per denti l’ho superata con lo spazzolino elettrico, la difficoltà nel vestirmi l’ho superata indossando pantaloni con elastico in vita, per cucinare uso l’affettatrice di verdure. Per la rigidità alle gambe, la distonia all’alluce destro o il tono della voce che si è abbassato, cerco di fare esercizi quotidiani.
E il tuo rapporto col “compagno P” ... ?
Non amo Mr. Parkinson, lo combatto con ogni mezzo e non mi arrendo alle sue costanti e quotidiane insidie. Seguo le terapie che il medico mi consiglia, mi mantengo in esercizio con le faccende domestiche e seguo con interesse e beneficio le attività che l’Associazione programma. Quarant’anni a contatto quotidiano con i bambini mi hanno formato al “pensiero semplice e positivo” che credo sia l’approccio migliore con la patologia che sto vivendo.