Renza è stata maestra di scuola elementare (oggi scuola primaria) in Milano. Ha esercitato la professione per poco meno di 40 anni. E' felicemente sposata. L'ultimo periodo del lavoro lo ha svolto presso la Direzione Amministrativa Didattica e si è interessata di progettare visite guidate nei musei per allievi della Scuola per l'Infanzia, Scuola Primaria e Secondaria.
Durante le vacanze estive ha gestito gruppi di Baby Club, per seguire il marito che era Capo Villaggio Turistico. Come dire: al lavoro nel periodo scolastico ha aggiunto il lavoro estivo.
Ne è valsa la pena; i bimbi – a saperli prendere - offrono tante soddisfazioni.
... ... ... , quando hai scoperto la malattia?
Ho autodiagnosticato la malattia di Parkinson in un modo molto curioso; una mattina stavo preparando una genuina frittata e – come è ovvio – ruppi delle uova in una fondina, aggiunsi un pizzico di sale e una manciata di parmigiano, iniziando poi a sbattere leggermente il tutto, con una forchetta. Mi accorsi che la mano destra non rispondeva ai comandi; non riuscivo a coordinare i movimenti. Istintivamente – non so per quale intuizione – dissi fra me e me "questo è Parkinson". Non ne parlai in famiglia e fissai una visita dal neurologo. Entrando nello studio, prima ancora di salutare il medico, dissi: "ho il Parkinson, mi piacerebbe una sua smentita".
Il neurologo mi visitò attentamente e poi sentenzio: "Parkinson", confermando così la mia diagnosi.
Dopo qualche tempo, a seguito di una riunione di famiglia, i miei cari mi indirizzarono a un guru della malattia di Parkinson, da cui sono tuttora in cura.
Quale è stata l’evoluzione della malattia?
Attualmente sono a otto anni dalla diagnosi e non noto grandi peggioramenti, solo qualche sintomo di maggiore lentezza nei movimenti, specie al mattino. Un aspetto negativo della malattia è un consistente aumento di peso, che cercherò di smaltire con una ferrea dieta.
Sono in terapia con levodopa, mi sottopongo a visite periodiche di controllo e cerco di fare una normale vita attiva.
Mi auguro di restare a lungo in questo stato, pur senza illusioni perché sono consapevole dell'evoluzione della malattia.
E il tuo rapporto col “compagno P” ... ?
Non ho inveito contro la malasorte, ho accettato la situazione, me ne son fatta una ragione; accetto la vita "giorno per giorno" ... ... vedo gli aspetti della vita sotto un'altra luce: la positività presente in ogni nostra azione anche la più cruda.
Essere stata a lungo a contatto con la genuinità ed innocenza dei bimbi, mi ha portato alla tolleranza e alla pazienza.
Mister "P" è un compagno di viaggio non desiderato, che mi sta sempre al fianco, non mi lascia un attimo.
Cerco di contrastarlo mantenendomi attiva con Biodanza, Liedtherapy, Pilates ed altre attività organizzate da APM, dove ho trovato un ambiente amichevole, professionalmente molto valido ed ho fatto la conoscenza con tanti amici. Anche questo mi aiuta, sentirmi circondata da genuino affetto, mi dà conforto.