La storia di Vieri

 

testimonianze vieriAspetto giovanile, barba grigia, portamento signorile, Vieri dimostra simpatia già al primo impatto. Ha lavorato per 25 anni presso una primaria società multinazionale nel settore alimentare svolgendo incarichi dirigenziali nell’area marketing. Sposato, un figlio esperto in informatica. Vieri ama la vita, la compagnia, i viaggi, pur nutrendo scarsa simpatia per i viaggi in aereo. Durante il lavoro alla multinazionale, nel pieno della carriera e all’età di 54 anni, decide di abbandonare il lavoro attivo, pur non avendo diritto al pensionamento, per dedicarsi ai suoi hobby. Toscanaccio autoironico, anche con la malattia. Accanito giocatore di “boccette” è riluttante alle nuove tecnologie: a malavoglia utilizza il telefonino e rifiuta l’utilizzo di Internet.

 

... ... ... , quando hai scoperto la malattia?

Ho scoperto di avere il Parkinson all’età di circa 70 anni. Più precisamente è stata un’autodiagnosi, osservando il Papa, il suo tremore, la sua difficoltà ad esprimersi. Ho dovuto “convincere” i medici che avevo il Parkinson, mentre mi stavano curando per “radicolite”, una infiammazione delle radici dei nervi spinali. Sotto la cura del neurologo ho eseguito, poi, tutti gli esami strumentali come la PET Tomografia ad Emissione di Positroni (Dat Scan) per escludere altre patologie neurologiche. Ora sono in “luna di miele” e Mr. Parkinson non mi tormenta troppo.

 

Quale è stata l’evoluzione della malattia?

Ad oggi sono due anni dalla diagnosi, troppo presto per parlare di evoluzione. Sto discretamente bene, autosufficiente, faccio una vita normale e spero di continuare su questo equilibrio per molti anni ancora. Uso una particolare attenzione verso gli amici: parlo poco della malattia e sempre con ironia, poi evito di parlare di “morbo” che suscita in loro una reazione di terrore.

 

E il tuo rapporto col “compagno P” ... ?

Inizialmente un approccio quasi di simpatia per una malattia “nobile” che si distingue da tutte le altre per la sua singolarità nella diagnosi, la sua unicità di trattamento terapeutico e perché non ammette (per ora) guarigione. Insomma una malattia ”diversa”. Per contrastare i sintomi del Parkinson seguo molte attività proposte dall’Associazione APM, come Pilates, Liedtherapy, Biodanza, ma soprattutto cammino molto, ogni sera, per diversi chilometri, mi rilassa e permette di concentrarmi, quasi una quotidiana meditazione.