Maria Paola è una simpatica signora, prossima al traguardo degli ottant’anni ben portati; durante la sua vita -tutta in salita - ha superato difficili ostacoli grazie alla sua forte volontà. Abile conversatrice, accetta volentieri di raccontare significativi episodi della sua vita travagliata. Nata a Brescia, a quattro anni lavora a maglia, a undici è ricamatrice e a diciotto sarta, abilità apprese dalle Suore. Si trasferisce a Biella dove si sposa con uno specialista che lavora presso un lanificio locale. All’età di 30 anni lascia Biella a causa di un dissesto finanziario del marito e per motivi di salute della figlia. La famiglia, con i due figli in tenera età si trasferisce a Milano in cerca di lavoro. Porta con sé anche il padre, con gravi problemi di salute. Lavora come portinaia, poi viene assunta come bidella, riprende gli studi e consegue il diploma di scuola media, si specializza e - quando lascia il lavoro per la pensione - è operatrice Assistente Domiciliare, servizio da lei avviato per il comune di Cesano Boscone.
... ... ... , quando hai scoperto la malattia?
La diagnosi avvenne quasi casualmente durante una visita di controllo presso la struttura dove ero in cura da 17 anni per “emicrania vertebro-basilare”. Improvvisamente la gamba sinistra tremò e da li iniziarono gli accertamenti che confermarono il Parkinson; con il trattamento di levodopa il disturbo scomparve.
Quale è stata l’evoluzione della malattia?
Da 12 anni convivo con la MdP, ora ben controllata, ma onestamente devo evidenziare fastidiosi disturbi che tuttavia non facilitano la mia attività quotidiana: dolori, irrigidimento muscolare, stipsi; sbrigo regolarmente qualche faccenda domestica, ma non posso definirmi autosufficiente. Mi è capitato, durante il sonno, di agitarmi, sognare, gridare (sonniloquio). Mio marito mi sveglia e mi mostra il suo polso con un evidente morso che - inconsapevolmente - gli ho procurato.
E il tuo rapporto col “compagno P” ... ?
Non impreco contro il destino “cinico e baro”; ho superato tante difficoltà nella mia vita e trovo la forza anche per gestire la convivenza con Mr. P. Faccio esercizi di fisioterapia, seguo corsi di Liedtherapy, partecipo a gruppi di “mutuo aiuto” organizzati da APM Lombardia, cerco cioè di muovermi e stare con la gente per non isolarmi. Mi capita, anche, di cantare romanze in occasione di ritrovi familiari. Ciò mi ringiovanisce e mi riporta alla mia gioventù quando, da soprano, mi esibivo in vari locali. Per non cadere e per necessità, cammino con un bastone. Ma il vero bastone è mio marito, già autista aziendale, che mi porta ovunque (da quando non mi sono sentita più di guidare) ed attende pazientemente che termini le mie cure per ricondurmi a casa: è un valido caregiver.