Gianni, 73 anni ben portati, ha lavorato per 40 anni presso lo stesso laboratorio di oreficeria in Milano. Di temperamento taciturno, abile artigiano, ha sem-pre lavorato “con piacere” trovando nel lavoro lo scopo principale della sua vita. E’ stato apprezzato per la sua abilità, ricevendo gratificazioni dal suo datore di lavoro; ha ricevuto, fra l’altro, una medaglia d’oro per i suoi primi trent’anni di attività. Giocatore di calcio (in promozione), è felicemente sposato, ha due figli.
... ... ... , quando hai scoperto la malattia?
Mi hanno diagnosticato la MdP nel 2000 all’età di 60 anni o poco più. Ricordo che in quell’anno era morta mia mamma, all’età di 92 anni! Negli ultimi cinque anni della sua vita l’ho curata personalmente con tanto amore. In quegli anni accusavo di alcuni disturbi non chiaramente individuati. Fu così che la prima diagnosi fu di uno stato di depressione dovuto al decesso della mamma. Anche mia moglie sosteneva la tesi del medico. Una visita accurata dal neurologo, al contrario, diagnosticò la MdP.
Quale è stata l’evoluzione della malattia?
Per molti anni ho vissuto senza eccessivi problemi, recentemente ho sofferto di disturbi cardiologici e sono stato ricoverato per alcuni giorni. Inizialmente accusavo un leggero tremore, sintomo totalmente scomparso con la terapia. Oggi la convivenza con la malattia mantiene un discreto equilibrio: non ho discinesie, non ho più tremore, non ho allucinazioni. Tuttavia disturbi ne ho: la sera mi addormento facilmente, ma poi di notte passo le ore con le parole crociate. Ho qualche scialorrea (ipersalivazione), una eccessiva sudorazione notturna, ed altri piccoli disturbi.
E il tuo rapporto col “compagno P” ... ?
Dopo un decennio di malattia, posso affermare che la mia qualità della vita può considerarsi accettabile. A parte i disturbi cardiologici, che tuttavia sono sotto controllo. Mi mantengo in esercizio fisico con un corso di nuoto, incontri con lo psicologo, con il logopedista e frequento settimanalmente il corso di Biodanza.