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Storie scritte da noi: Stefano

Dopo una lunga serie di test ed esami il verdetto fu inequivocabile: si trattava di Malattia di Parkinson.

La diagnosi mi lascio’ impietrito, con mille pensieri che mi frullavano nel mio cranio difettato.
Il primo pensiero che ebbi fu quello penso piu’ comune quando si e’ colpiti da una malattia grave: “perche’ proprio a me?”. Ma ancora non sapevo quello che sarebbe successo.
Mia moglie aveva mal sopportato il mio continuo ammalarmi, disse che era molto dispiaciuta e amareggiata per quanto mi stava succedendo ma mostro’ un certo distacco. Cosi’ ho cominciato a frequentare neurologi e policlinici da solo o accompagnato da mia sorella, senza la quale mi sarei definitivamente perso.

Cosi’ per la prima volta nella mia vita ho provato cosa significhi “diventare fragili.
Diventare fragili e’ uno stato della coscienza, un groviglio di piccole e grandi paure, il timore di perdere i riferimenti quotidiani, la ricerca di rassicurazioni (e in questo il web e’ terribile) e di sostegno.
La Malattia di Parkinson ha una caratteristica molto particolare, ovvero e’ fortemente individuale e tutti i pazienti con cui sono venuto in contatto mi hanno riportato anamnesi, sensazioni, dolori, limitazioni molto specifiche e difficilmente confrontabili, almeno all’occhio del profano,

Ma la mia nuova fragilita’ e’ stata messa a dura prova dalla separazione e dai suoi inevitabili strascichi.

La vicenda si e’ cosi’ snodata nei mesi successivi, finche’ in un radioso giorno del 2021 e’ successo qualche cosa che non credevo possibile: ho cominciato a convivere con la mia malattia, e abbiamo cominciato a dividerci gli spazi e gli ambiti, le cure e i divertimenti, quali divieti e quali licenze, quando assumere le medicine e quando praticare la fisioterapia. Una nuova esistenza.

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