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Parkinson, COVID-19 e vaccini

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Se fossi un malato con Parkinson, in questo periodo di pandemia da coronavirus (20 Febbraio 2020, identificato il primo caso a Codogno), oltre ai timori ed alle incertezze della popolazione “sana” nei confronti di una malattia nuova e dai risvolti sconosciuti, avrei di certo altre domande a cui cercare di dare risposte.

La mia malattia favorisce l’infezione da SARS-CoV-2 ?
Se mi ammalo ed ho il Parkinson il mio decorso sarà più grave ?
Il vaccino può essere efficace nel mio caso ?
Avrò maggiori effetti collaterali con i farmaci che assumo?

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Il Parkinson non è un fattore di rischio per la malattia da Covid-19, il sistema immunitario funziona ed è in grado di rispondere in modo efficace.
Il rischio di ammalarsi aumenta con l’età, con la presenza di malattie concomitanti come diabete, ipertensione, malattie cardiache e respiratorie, compromissione cognitiva.
E’ ovvio che la prognosi (mortalità) è conseguenza anche dello stadio di gravità della malattia parkinsoniana.

Altro elemento da non sottovalutare è che l’ospedalizzazione è sempre un momento critico per la persona con Parkinson, anche al di fuori della infezione da coronavirus. Sappiamo per esperienza che l’immobilità, la somministrazione non sempre puntuale della terapia antiparkinsoniana, che non va mai sospesa e che non ha controindicazioni con le altre terapie per il coronavirus, sono fattori che peggiorano il quadro motorio aumentando la condizione di fragilità ed influenzando in modo negativo la completa guarigione.

Il vaccino, o meglio i vaccini, alcuni già commercializzati (Pfizter-Biontech, Moderna, Astra-Zeneca) sono sicuri ed efficaci. Non hanno alcuna controindicazione con la terapia antiparkinsoniana o altre terapie assunte (antidiabetici, antiipertensivi, anticoagulanti ecc).

Gli effetti collaterali sono transitori : dolore nel sito di iniezioni, cefalea, talvolta brividi, febbricola, dolori articolari.
La risposta immunologica vaccinale, ovvero la formazione di anticorpi contro gli antigeni virali, è presente nella persona con Parkinson con caratteristiche individuali di efficacia; si stima che la durata dell’immunità sia di circa otto mesi.

La pandemia mondiale che ha investito in modo improvviso il nostro modo di vivere sia la normalità che la malattia ci ha scoperto fragili e vulnerabili ma, la capacità di resilienza e di sopravvivenza degli essere viventi è più forte di qualsiasi pandemia : vaccinarsi senza paura è la nostra arma migliore per ritornare a “riveder le stelle“ (Divina Commedia, ultimo verso Inferno)

 

Vincenza Fetoni
Neurologa | Responsabile Ambulatorio Disturbi del Movimento Fatebenefratelli | ASST Fatebenefratelli - Sacco

 

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