I risultati delle evidenze scientifiche oggi, sono orientate ad una medicina personalizzata, la stessa impostazione è stata adottata nel campo dell’alimentazione.
Una dieta personalizzata può:
- Migliorare l’efficacia del farmaco e diminuirne gli effetti collaterali: è necessario fare attenzione a come e quando assumere cibi con alto contenuto proteico(latte, carne, pesce e uova), perché influiscono negativamente sul metabolismo della levodopa, ciò nonostante rimangono un macronutriente essenziale per il mantenimento del tono muscolare e il corretto funzionamento delle funzioni biologiche.
- Prevenire alcuni problemi , come ad esempio , la stipsi che affligge la maggior parte delle persone con Parkinson e che, per risolvere questo disturbo , devono ricorrere ad ulteriori medicinali.
L’integrazione di fibre idrosolubili, come Psyllium, gomma Guar, assunte con abbondante acqua, favoriscono la peristalsi e l’evacuazione e, in abbinamento a camminate, producono un ottimo risultato. La fibra idrosolubile, inoltre, favorisce il mantenimento nell’intestino di un pH che esalta la proliferazione della flora batterica benefica (effetto prebiotico). - Personalizzazione: si favorisce un approccio integrato e individualizzato , oltre al rispetto e considerazione delle linee guida, sul piano terapeutico. E’importante adeguare il piano alimentare alla persona e nelle diverse fasi della malattia, tenendo sempre ben presente le sue abitudini di vita e le comorbilità.
- Partecipativa: si incoraggia l’acquisizione di informazioni utili da parte del paziente e l’adozione di scelte di vita consapevoli, sia nella prevenzione che nel benessere quotidiano.
Gianluca Valentini,
laureato in Scienze Motorie
e laureando in Scienze della Nutrizione