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I videogiochi: come la realtà virtuale può risultare d’aiuto a persone affette da Morbo di Parkinson

Videogiochi

Un recente studio ha sondato la possibilità che la realtà virtuale possa essere utilizzata come strumento di esercizio sulle persone affette da Morbo di Parkinson.

La malattia di Parkinson è caratterizzata infatti da sintomi motori come tremori, movimenti lenti e instabilità del corpo, così come sintomi non motori (deterioramento cognitivo, fatica, dolore e problemi del sonno). I videogiochi hanno dunque dimostrato benefici nell'aumentare i livelli di attività fisica e nel migliorare l'equilibrio e le funzioni cognitive nelle persone anziane.

Secondo un gruppo di ricercatori dell’Università di Vigo (Spagna), condurre i test in un ambiente completamente immersivo, con la guida di un fisioterapista, sembrava rendere la terapia piacevole e potrebbe rendere la realtà virtuale uno strumento adatto all’applicazione di programmi terapeutici e di riabilitazione.

Per capire i reali effetti dei videogiochi su pazienti affetti di Parkinson sono stati testati due interventi di gioco in due giorni diversi, in cui ogni sessione ha previsto una fase di preparazione e una di allenamento. Inoltre, l’esperienza del videogioco si è svolta attraverso l’utilizzo di un display posizionato sulle teste dei pazienti, due telecomandi palmari e due sensori esterni.

Nella prima fase, i partecipanti hanno potuto interagire all’interno di una stanza con una porta che si apriva su un paesaggio esterno di montagna, dando loro la possibilità di muoversi nell'ambiente di gioco e manipolare diversi oggetti. Nella sessione di allenamento, i pazienti hanno sperimentato un simulatore di palestra, che prevedeva l’esecuzione di diverse tecniche di boxe. La seconda fase, analogamente alla prima, ha compreso anche preallenamento in cui i partecipanti si sono immersi in un fondale marino, muovendosi e interagendo con oggetti virtuali.

Il risultato di questo esperimento è stato molto positivo: tutti i partecipanti hanno completato la prima sessione di allenamento senza effetti avversi o sintomi di fotosensibilità e nessuno dei partecipanti ha riportato stanchezza. È stato anche compilato un questionario di soddisfazione che ha permesso di porre l’attenzione sui punti di forza e quelli di debolezza. La maggior parte dei partecipanti si è mostrata soddisfatta dell’esperienza vissuta: tutti hanno riferito che avrebbero ripetuto volentieri le sessioni di allenamento, di come l'allenamento fosse appropriato alla loro età e che avrebbero raccomandato i giochi in realtà virtuale ad altre persone affette da Parkinson.

In conclusione, questo studio ha posto l’attenzione su come anche una cosa apparentemente così distante dall’ambito medico e riabilitativo possa, invece, giovare in modo significativo su persone affette da malattie degenerative. 

 

 

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