E' stato realizzato dal Centro Parkinson e Parkinsonismi dell'ASST Gaetano Pini di Milano, con il contributo della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, un interessante studio di correlazione tra un farmaco antidiabetico per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e la MdP.
Si è infatti notata una relazione tra i pazienti che assumono metformina (farmaco in commercio dagli anni '60, fuori brevetto e dal costo irrisorio) e che tra l'altro non abbassa la glicemia ma agisce in altro modo e può essere quindi assunto anche da chi non ha il diabete, e la ritardata comparsa della MdP, di circa 6 anni.
Lo studio ha riguardato migliaia di pazienti affetti da MdP nel decennio 2010-2019, ed è emerso che oltre 400 pazienti con diabete in cura con questo farmaco hanno sviluppato la malattia mediamente dopo i 66 anni. Nel restante gruppo invece, la malattia è insorta intorno ai 60 anni.
Questa notevole scoperta, che sposterebbe più in là nel tempo l'insorgere della patologia, consentirebbe di gestire meglio e in modo più semplice i primi anni in cui compare. Inoltre i dati raccolti non solo indicano una capacità preventiva del farmaco, ma anche di riduzione della progressione a patologia già insorta.
Ciò non significa che si possa dare a tutti una somministrazione a prescindere di questa sostanza, ma che si possa iniziare a far assumere a chi ha una predisposizione famigliare o mostra alcuni sintomi tipici e precoci della MdP, come l'agitazione notturna e la perdita di olfatto.
Si apre così un nuovo filone di ricerca su altri farmaci antidiabetici e sulle loro proprietà neuroprotettive.
Fonte: “Corriere della Sera - Milano" - Gianni Pezzoli, Presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson