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È sempre e ancora Scienza, non fantascienza

Pillole di Carlo

 

Vorrei tornare indietro nel tempo di 20/25 anni, ma non per il motivo che pensate voi. Sono un informatico ormai in carriera, e negli ultimi anni specializzato in particolare nel settore finanziario. Ma mi piacerebbe davvero, davvero tanto, poter essere di nuovo giovane, subito dopo la laurea, per intraprendere anch’io ricerche a carattere scientifico, che possano aiutare a scoprire diagnosi, cure, farmaci, per le malattie più gravi e debilitanti per le quali ancora oggi non esistono cure definitive.


È proprio il caso di questa ricerca che vi illustro brevemente, proveniente ancora una volta dall’Università degli Studi di Milano, come mi è già capitato di portare alla vostra attenzione. Il Professor Michele Ceotto, docente di Chimica Teorica è uno dei sei ricercatori italiani premiati con un finanziamento livello europeo per il progetto SEMISOFT, rivolto alla diagnosi precoce della Malattia di Parkinson.

Il progetto sarà condotto da un team interdisciplinare dell'Università Statale, composto oltre che dal suo gruppo e arricchito dalla collaborazione di Clodia Vurro, docente di Economia e Gestione delle Imprese, anche dal Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica di Fondazione Don Gnocchi, diretto da Marzia Bedoni.

Sono parole che lasciano quasi increduli: Nanomedicina, Biofotonica, e che penso che per la maggior parte di noi, me compreso, sono anche difficili da intrepretare. Ma la Scienza ha raggiunto livelli elevatissimi di ricerca, al punto che in questo progetto si esamina la saliva mediante spettroscopia, per rilevare la presenza di biomarcatori particolari e la caratterizzazione molecolare della MdP, al fine di avere una diagnosi molto precoce. Addirittura, si utilizzano tecniche di simulazione quantistica nel riprodurre e spiegare gli esperimenti, ovvero si entra nel mondo del piccolissimo, che ha un funzionamento e una sua fisica teorica che ancora oggi sorprende la comprensione degli scienziati.

Quanti rami differenti della Scienza e anche molto distanti tra loro si utilizzano oggi per fare ricerca medica: l’interdisciplinarietà e l’utilizzo dei moderni e potentissimi calcolatori consentono di avere risultati di esperimenti che una volta erano impensabili oppure necessitavano di tempi di attesa lunghissimi.

Per altri ulteriori dettagli vi rimando al sito dell’Università degli Studi di Milano, ma vorrei concludere rinnovando ancora una volta i nostri più sentiti ringraziamenti a tutti questi docenti, ricercatori, dottorandi, che instancabili procedono nelle loro ricerche e che con loro scoperte avvicinano sempre più il traguardo della sconfitta della malattia.

Fonte: Università degli Studi di Milano - La Statale News.

 

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