Il 16 aprile 2011 si è tenuta, presso l’Audutorium Recordati a Milano, la tavola rotonda sul tema: Parkinson: una la malattia, molteplici le terapie. Numerosi i partecipanti, soci, famigliari e studiosi.
Nell’incontro, gratuito e aperto a tutti, i temi scientifici sono stati affrontati con un linguaggio piano e accessibile. Quest’evento si inscrive nelle attività che l’Associazione svolge con continuità a favore dei propri iscritti e di tutti gli interessati direttamente o indirettamente alla malattia
La malattia di Parkinson costringe pazienti e familiari a convivere con gli effetti invalidanti di una malattia cronica che toglie progressivamente autonomia a chi ne è colpito.
Temi dell’incontro sono le cosiddette terapie complementari e la cura multidisciplinare, approcci che stanno manifestando grande interesse nella cura del Parkinson. Infatti da tempo si è evidenziata la necessità di integrare l’utilizzo del farmaco con la terapia fisica.
Com’è noto, questa malattia non ha ancora una cura risolutiva. La terapia fondamentale per alleviarne i sintomi è pur sempre quella farmacologica, che si attua con la somministrazione della levodopa. A questa si affianca spesso la fisioterapia, terapia irrinunciabile per i pazienti di Parkinson.
Le novità in questo settore riguardano le cosiddette terapie complementari, come la biodanza, il metodo Pilates, la musicoterapia. Mentre le cure farmacologiche e la fisioterapia sono individuali, queste sono spesso pratiche di gruppo, che favoriscono la socializzazione. Questo è utile anche dal punto di vista psicologico: perché spesso il parkinsoniano tende ad isolarsi, per nascondere il suo stato; incontrarsi con chi condivide la sua condizione lo aiuta ad affrontarla meglio.
Queste terapie non farmacologiche contribuiscono a mantenere la plasticità neuronale. Il trattamento non farmacologico riduce i disturbi comportamentali ed aumenta le performance nelle attività funzionali.
L’altro argomento che verrà trattato è la cura multidisciplinare, attuata attraverso le così dette professionalità alleate. La levodopa è un farmaco, fondamentale per la cura, ma a lungo andare può avere effetti collaterali piuttosto pesanti, che per alcuni pazienti si traducono in discinesie, ipotensione ortostatica, stipsi, depressione, difficoltà di parola e, anche difficoltà di minzione. Per curare a tutto tondo un parkinsoniano, pertanto, alla figura centrale del neurologo dovrebbero allearsi più professionalità mediche, fra le quali il cardiologo, il dietologo, il logopedista, lo psicologo e l’urologo.
Il fine della cura multidisciplinare, come quello delle terapie complementari, è quello di migliorare le condizioni di vita del paziente e dei suoi familiari; esattamente come fa la terapia farmacologica che, ricordiamolo, ad oggi non è ancora in grado di intervenire sulla malattia, ma solo sui suoi sintomi.
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