La cattiveria del Führer e la sua sconfitta solo dovute alla malattia?
Nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi svela come Hitler fosse affetto dal Parkinson: è questa la vera causa della sua sconfitta?
20 AGOSTO 2017 EMANUELA LONGO
E se la disfatta di Adolf Hitler fosse da attribuire ad una malattia neurologica di cui il Führer era affetto? E' questo il risultato al quale sarebbe giunto un nuovo clamoroso studio condotto da un gruppo di neurologi dell'Università di Pittsburgh e destinato a riscrivere le pagine di storia. Secondo quanto rivela il Daily Mail, la ricerca condotta da un gruppo di studiosi americani riguarda nello specifico il morbo di Parkinson, malattia neurologica che si sarebbe rivelata decisiva nella sconfitta di Hitler e della Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale. Il disturbo avrebbe influenzato in modo così determinante le capacità neurologiche del dittatore, al punto da averne compromesso anche le capacità decisionali, a partire dalla drammatica "soluzione finale" a cui andarono incontro gli Ebrei. Il controverso studio ha trovato spazio sulla rivista World Neurosurgery e apre a nuovi spunti di riflessione sulle presunte conseguenze che la malattia avrebbe avuto sulla storia intera dell'umanità.
LE INFLUENZE DEL MORBO DI PARKINSON SULLA STORIA
L'autore dello studio, Raghav Gupta, ha sottolineato come per anni ci si sia domandati se realmente Adolf Hitler fosse stato affetto dal morbo di Parkinson. Conclusione alla quale si era giunti osservando i filmati storici del periodo che va dal 1933 al 1945 e che mostravano un "progressivo deterioramento delle sue capacità motorie", chiaro sintomo del "degenerare della malattia". I segnali del morbo manifestati da chi ne è affetto sono evidenti: tremore delle mani in primis, ma anche movimenti lenti, schiena ricurva, sguardo assente, così come disordini cognitivi e apatia generale. Prima di morire, anche Hitler avrebbe manifestato questi segnali importanti. Ma quali sarebbero stati gli effetti della malattia sulle decisioni prese dal Führer e che hanno segnato la storia mondiale? Secondo gli studiosi, la sua condizione psico-fisica avrebbe indotto Hitler ad attaccare prematuramente la Russia nel 1941. La stessa motivazione era stata segnalata anche da un precedente studio sull'argomento e che aveva sempre attribuito al Parkinson la decisione presa dal dittatore austriaco naturalizzato tedesco. Tra le altre sue scelte sbagliate anche quella di prolungare l’assedio a Stalingrado nel '42 e l'incapacità a difendere la Normandia due anni dopo.
I LIMITI DELLA RICERCA
Colpa del Parkinson anche il suo comportamento e temperamento incentrato sulla crudeltà e decisamente spietato, come hanno dimostrato i fatti. Eppure, se tutti gli elementi raccolti dagli studiosi avrebbero appurato un legame tra le azioni del dittatore e la malattia di cui sarebbe stato affetto, la stessa ricerca evidenzierebbe anche dei limiti. A quanto pare, infatti, anche prima del 1933, anno in cui si ipotizza abbia contratto il morbo, Adolf Hitler avrebbe manifestato un temperamento distruttivo. Questo, dunque, lascerebbe a desiderare i risultati e le ipotesi dello studio condotto dal team statunitense. Secondo un altro esperto, il dottor John Murphy, Hitler avrebbe sì contratto il Parkinson ma in precedenza, ovvero dopo essere stato colpito dall'encefalite di Von Economo nel 1918. Le date, dunque, potrebbero coincidere con i sintomi riscontrati nel Führer ma i risultati della controversa ricerca restano ugualmente discutibili, alla luce delle pagine di storia che le azioni di Hitler hanno segnato.
[ da ilsussidiario.net ]